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Festa della Repubblica italiana – discorso dell’Ambasciatore d’Italia, Armando Barucco

Il video-messaggio è disponibile al seguente link

 

Care e cari connazionali, care amiche e cari amici,

sono trascorsi 75 anni dalla nascita della Repubblica italiana.

In questo giorno così importante per la storia d’Italia, voglio salutarvi, per la prima volta, dal giardino della Residenza dell’Ambasciatore d’Italia a Rabat.

Non è una scelta casuale.

È una scelta formale e istituzionale, come è giusto che sia il 2 giugno.

E’ soprattutto un segnale di rilancio, di fiducia nel futuro, del momento in cui finalmente la residenza sarà di nuovo aperta a tutte le italiane e gli italiani e a tutte le amiche e gli amici del nostro Paese.

È trascorso ormai quasi un anno e mezzo dall’inizio della crisi pandemica.

Il mio primo pensiero va a quanti, in Italia, in Marocco, in Mauritania e in tutto il mondo sono deceduti a causa del virus e a tutte le loro famiglie.

E’ anche nel loro ricordo che ora dobbiamo guardare avanti con una nuova speranza nel futuro. I segnali di progresso sono forti in Italia, in Marocco e in tutti quei Paesi che hanno scelto senza esitazioni la strada della prevenzione e della fiducia nei vaccini.

Dobbiamo restare prudenti e vigilanti. Ma anche grazie alla forte cooperazione europea e al lavoro congiunto con tutti i nostri partner, l’Italia è ormai da tempo fuori dall’emergenza. Il Marocco sta allentando le proprie restrizioni.

Di questi progressi dobbiamo rendere giustizia alla disciplina e al senso di responsabilità dei nostri popoli.

E dobbiamo riconoscere la saggezza e la lungimiranza delle decisioni assunte dal Governo italiano – grazie anche all’azione di costante impulso e orientamento del Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, e dal Governo marocchino sotto la guida di Sua Maestà Mohamed VI.

La crisi pandemica ci ha obbligato a ridisegnare il nostro lavoro, la maniera di assistere gli italiani e i marocchini, gli stessi strumenti sottesi alla cooperazione tra i nostri due Paesi.

Lo scorso anno sono stati assistiti e rimpatriati circa 10.000 tra connazionali e marocchini con permesso di soggiorno. Nei tre mesi dal mio arrivo a Rabat, lo straordinario impegno di tutto il personale dell’Ambasciata a Rabat e del Consolato generale a Casablanca ha permesso di organizzare sette voli speciali che hanno consentito l’uscita dal Paese di 1443 persone.

Tra loro, sempre molti marocchini, a dimostrazione dell’interdipendenza crescente tra i nostri sistemi economico-produttivi. Ormai quella marocchina è la prima comunità extra-europea in Italia, ed è tra le meglio integrate come dimostrano le decine di migliaia di imprese italiane gestite e di proprietà di marocchine e marocchini.

A tutti loro va riconosciuto un ruolo importante per la crescita e la prosperità dei nostri due Paesi.

Come sempre accade nella storia dell’Italia, dopo le grandi tragedie e le crisi il nostro Paese sa trovare nuova forza e nuovo slancio.

La data del 2 giugno 1946 ci riporta a un’Italia semidistrutta dopo il secondo conflitto mondiale. Ma anche all’Italia che nell’arco di soli 30 anni dal conflitto è diventata una delle 7 grandi potenze industriali mondiali.

La stessa determinazione, la stessa forza di carattere, la stessa voglia di ripartire servono ora nel nostro Paese, in Europa, in Marocco, nel Mediterraneo allargato, in tutto il pianeta.

Il 2021 sarà un anno chiave per la risposta alla pandemia.

Nel marzo 2020, nel mio precedente incarico di capo del Policy Planning italiano ho definito il virus come “fragilizzatore”.

Il COVID ha scoperchiato il vaso di Pandora, rivelando le nostre vulnerabilità: in termini di resilienza socio-economica, di fragilità dei sistemi sanitari, di gravità delle diseguaglianze sociali.

L’Italia oggi, nel 2021, è al centro delle dinamiche globali.

Ha la Presidenza del G20: si trova quindi con grandi responsabilità e sta svolgendo un ruolo chiave per rispondere a queste sfide decisive per il nostro futuro.

Nel G20, d’intesa con l’UE e assieme a tutti i nostri partner, stiamo concentrando la nostra azione sul continente africano e sull’accesso inclusivo ai vaccini e alla loro produzione, come riaffermato recentemente dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi al Vertice Mondiale della Salute di Roma.

L’Italia ha anche un’ulteriore responsabilità, in quanto co-presiede assieme al Regno Unito la Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico (a Milano si terrà la COP giovani).

Il Marocco, che ha ospitato due volte la COP, è un partner essenziale per ogni azione che abbia l’obiettivo di rafforzare la resilienza socio-economica e promuovere lo sviluppo sostenibile del Continente africano. Ed è anche per questo che il Ministro Bourita è stato invitato alla riunione dei Ministri degli Esteri del G20 a Matera.

Questo invito conferma la visione italiana del Marocco quale partner strategico nel Mediterraneo allargato e in Africa dell’Italia e dell’Unione Europea: in sintonia con la dichiarazione congiunta sul partenariato strategico multidimensionale firmata dai Ministri Di Maio e Bourita nel novembre 2019.

L’attuazione concreta del partenariato strategico è al centro del mio mandato, e sin dai primissimi giorni gli ho dato la massima priorità.

  • con l’avvio di consultazioni politiche e di sicurezza sul processo di Pace in Medio Oriente, la Libia, il Sahel e la lotta al terrorismo;
  • con la preparazione di un Business forum e, anche col sostegno dell’ICE a Casablanca, l’avvio di iniziative per lo sviluppo e l’integrazione dei sistemi economico-produttivi;
  • con l’avvio di programmi molto ambiziosi nel settore della cooperazione culturale, con l’Istituto di Cultura a Rabat e la Dante Alighieri, della cooperazione universitaria e della ricerca, e in quello del restauro;

e infine – mi fermo qui solo per questione di tempo – per valorizzare il ruolo del Marocco nel quadro del dialogo interreligioso, attraverso una partecipazione di grande rilievo al G20 delle Religioni che avrà luogo in settembre a Bologna.

La scelta italiana di puntare sul Marocco è dovuta non solo al sentimento e ai rapporti storici di amicizia che legano i nostri due popoli.

Essa è anche una scelta razionale, basata su una valutazione molto positiva sulla stabilità e affidabilità del Marocco, e sul ruolo positivo che esso svolge in aree cruciali per gli interessi e la stabilità dell’Italia e dell’Europa.

È una strada a doppio senso che lega indissolubilmente l’Italia e l’Europa al Mediterraneo, secondo una formula che l’Italia ha voluto inserire nella strategia globale dell’Unione Europea.

La stabilità e prosperità del Mediterraneo allargato è precondizione della stabilità e prosperità dell’Unione Europea.

Chiudo con la citazione di una grande scrittrice marocchina che amo molto, Fatima Mernissi .

Questa citazione è terribilmente attuale, quasi uno specchio dell’epoca così incerta, ma anche piena di speranza e energia che stiamo vivendo.

Zaman, il tempo è come la ferita degli arabi: sospesi tra taqlid (tradizione) e modernità.

Una tensione tra il passato, quanto abbiamo fatto e vissuto, e il futuro, quanto assieme potremo fare oggi e domani per la pace, il benessere comune e la prosperità del Mediterraneo allargato e del Continente africano.

Grazie a tutti voi che mi avete ascoltato. Ripeto, restiamo vigilanti e prudenti, ma speriamo davvero di vederci di nuovo molto presto qui nella residenza dell’Ambasciatore d’Italia a Rabat.